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May 5, 2023

“In me non c’è che futuro”

Arrigo Milanesi

Non sono pochi gli imprenditori agricoli che sperimentano la tensione tra la propria esperienza decennale e gli stimoli e le prospettive di evoluzione del settore.

L’esperienza, dato che guarda al passato, è fatta di errori ed intuizioni già avvenute; consente di “pesare“ le scelte, confrontandosi con ciò che abbiamo vissuto ed attraversato negli anni. Una persona di mia conoscenza definiva l’esperienza come quella cosa che costa tempo e soldi.

È peraltro oggi impossibile non vedere le spinte all’evoluzione presenti nel settore zootecnico ed a cui la nostra attività è chiamata. Basti pensare al benessere degli animali, al ruolo dei consumatori, alla riduzione dell’impatto ambientale, ai mercati.

In questa tensione tra esperienza ed innovazione, non pochi sono disorientati. Sentendosi tra passato e futuro, non pochi sono confusi nel presente. Faticano nel presente a fare scelte che proiettino la loro azienda nel futuro.

Questa confusione, in parte, è dovuta al fatto che si tenta di guardare al futuro con gli occhi della propria esperienza: in pratica si prova a guardare il futuro con gli occhi rivolti al passato.

È difficile non restare confusi da questo strabismo.

L’esperienza, nel nostro settore, è fatta di procedure consolidate (“si è sempre fatto così”); di prezzi con poche oscillazioni sia in acquisto sia in vendita; di disponibilità di manodopera; di consegna di latte, anche di buona qualità, al caseificio, il quale pensa al mercato; di un lento progredire di conoscenze e di macchinari e strumenti disponibili; di investimenti graduali e proporzionati. C’è tempo e spazio per un crescendo tranquillo ed ordinato, c’è tempo e spazio per metabolizzare le novità, c’è tempo e spazio affinché l’imprenditore stesso possa evolvere e, successivamente a lui, la sua azienda.

D’improvviso, il futuro.

Non c’è più tempo e spazio; i valori di mercato sono impazziti; pur non trasformando, siamo responsabili del prodotto che consegniamo, della storia e degli animali che il nostro latte si porta appresso; tecnologie importanti irrompono sul mercato; investimenti formidabili sono davanti a noi: stalle, robots, biogas, biometano, fotovoltaico. Anche la PAC cambia. Non c’è scampo!

Tutto in un colpo solo.

Che fare?

Come non essere frastornati e confusi?

Purtroppo non esiste una ricetta, valida per tutti, che renda possibile disporre di una passerella che ci trasferisca nel futuro.

L’unica certezza che abbiamo, è che domani è già futuro: in quel futuro la nostra azienda vivrà se noi, lì, la sapremo condurre ed agganciare.

Diversamente, il futuro ci passerà sopra e noi saremo il passato.

P.S. Per chi cerca ispirazione, suggerisco di prendersi del tempo e guardare la storia di Adriano Olivetti (qui), uno dei più straordinari innovatori di tutti i tempi.

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